Ai dipendenti di imprese con un numero di addetti fino a 49 non si applica, fino al 2008, il principio del silenzio assenso sul conferimento del tfr; essi, infatti, potranno decidere esplicitamente di conferire il tfr ad una forma pensionistica complementare, ma se tacciono il tfr rimarrà in azienda.

Ciò in quanto l'articolo 23 del Dlgs n. 252/2005 dispone una deroga alla regola del conferimento del tfr alle forme pensionistiche complementari, prevedendo che la modalità tacita del silenzio assenso non si applica ai lavoratori le cui aziende non possiedono i requisiti di accesso al fondo di garanzia, limitatamente al periodo in cui sussiste tale situazione e non oltre un anno dall'entrata in vigore della riforma della previdenza integrativa, ovvero non oltre il 31 dicembre 2007.

Inoltre, l'articolo citato stabilisce che i lavoratori in parola possono tuttavia conferire il tfr secondo le modalità esplicite ed in tal caso l'azienda beneficia delle agevolazioni disposte dall'art. 10, escluso l'accesso al menzionato fondo di garanzia.

Tale articolo 10 disciplina una riduzione del costo del lavoro, come ulteriore compensazione degli oneri sopportati dalle imprese a seguito del conferimento del tfr alle forme pensionistiche complementari ed al fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto, ovvero al neo fondo di tesoreria istituito dall'ultima finanziaria.

Italia Oggi - 12 gennaio 2007, pag. 38 - Mini-imprese, il tfr resta in cassa - Daniele Cirioli