Anche se nei giorni scorsi il Ministro Nicolais ha annunciato che la previdenza integrativa del pubblico impiego sta per decollare, quella del comparto delle regioni, enti locali e sanità poteva essere messa in atto già da due anni, in quanto l'accordo tra l'Aran ed i sindacati di categoria per istituire un fondo nazionale di pensione complementare del comparto era stato già raggiunto il 7 dicembre 2004, ma la Conferenza delle regioni non ha mai dato l'approvazione.

Tale accordo, molto dettagliato, disciplina tutti gli aspetti del futuro fondo negoziale, gli organi di gestione, quelli di controllo, le modalità di adesione all'erogazione delle prestazioni pensionistiche.

Le regioni avevano presentato ai sindacati due osservazioni; con una si chiedeva di lasciare inalterata la situazione previdenziale in essere per i dipendenti regionali, incentivando l'adesione al fondo senza aggravio di oneri per i governatori.

La seconda era diretta a consentire ai lavoratori aderenti al fondo di comparto il trasferimento della propria posizione presso un altro fondo istituito o promosso dalle regioni, dopo solo un anno di associazione.

E su tale punto vi è stata la rottura.

Il segretario della Uil Fpl, Sauro Brecciaroli, auspica che il ministro Nicolais intervenga per arrivare quanto prima all'accordo per l'introduzione della previdenza complementare nel comparto regioni, enti locali e sanità, sulle orme di quanto già accade nella scuola.

Italia Oggi - 11 gennaio, pag. 29 - Le regioni contro i fondi pensione - Francesco Cerisano