Al momento del pensionamento si può richiedere la liquidazione della prestazione solo in rendita, oppure parte in rendita e parte in capitale. Se tuttavia il 70% delle rendita risulta inferiore al 50% dell'assegno sociale (per il 2007 pari a 389,36 euro), è possibile optare per la liquidazione della prestazione tutta in capitale (intera posizione previdenziale maturata).

Una seconda ipotesi è legata a particolari condizioni soggettive di chi richiede la prestazione, e cioè che abbia cominciato a lavorare pima del 29 aprile 1993 ed entro tale data risulti iscritto a una forma pensionistica complementare istituita alla data di entrata in vigore della legge 421/92.

Altre ipotesi di riscatto (mobilità, cessazione dell'attività lavorativa, morte, invalidità permanente, nonché specifici casi contemplati dai fondi pensione) danno la facoltà di riscatto anche prima del periodo minimo di permanenza di 2 anni nella forma pensionistica di appartenenza.

La prestazione tipica delle forme pensionistiche complementari - ricordiamo - è una pensione, ossia una rendita periodica che di regola è calcolara ed erogata come vitalizia. E' possibile anche richiedere l'erogazione di un arendita vitalizia reversibile, oppure di una rendita certa e siccessivamente vitalizia, o di una rendita differita (se consentita).

La prestazione, inoltre, può essere richiesta in parte sotto forma di liquidazione in capitale, ma entro il limite del 50% della posizione contributiva maturata. In alcuni casi, infine, è possibile ottenere tutta la prestazione in capitale.


Italia Oggi - 15 febbraio 2007, pag. 44 - Pensione scarsa? Spazio al riscatto - Daniele